sabato 20 giugno 2015

Rughe - Paco Roca

Rughe di Paco Roca
96pg
Tunué
Letto a Giugno 2015
⭐⭐⭐⭐
Emilio, un anziano direttore di banca affetto dal morbo di Alzheimer, è ricoverato dalla sua famiglia in una residenza per la terza età. In questo ambiente, egli apprende come convivere con i suoi nuovi compagni e con gli infermieri che li accudiscono, cercando di non sprofondare in una morbosa routine quotidiana. La lotta contro la malattia è sorretta dalla volontà di mantenere la sua memoria e di evitare di essere portato all'ultimo piano, quello del non ritorno. La mancanza di memoria, dai ricordi alle cose più semplici, come il saper mangiare o il vestirsi, la mancanza di contatto con la realtà, il disagio dei famigliari e dei pazienti nei confronti della malattia, sono descritti con un misto di umorismo e commozione.


Nemmeno mezzora. Tanto è durata la lettura di questa graphic-novel. Eppure mi sento come se avessi passato un intero pomeriggio tra i disegni di Paco Roca, e l'unica cosa che so è che vorrei poterla rileggere ancora e ancora per la prima volta.

La prima cover italiana di Rughe
Emilio è un uomo anziano la cui mente sta cominciando a scivolare via. Presente e passato cominciano a mescolarsi, la realtà non si sa più bene qual è. La sua famiglia decide di farlo ricoverare in una residenza per anziani, dove potrà essere accudito al meglio giorno dopo giorno in mezzo ad altre persone della sue età e a personale specializzato. Lì Emilio fa amicizia con alcuni anziani e scopre qual è il suo problema: una malattia che non lascia scampo, dalla quale non si può fuggire, l'Alzheimer.

Più o meno tutti, ormai, sappiamo cosa sia il morbo di Alzheimer. Io l'ho persino studiato non molto tempo fa per l'esame di neurologia. Finché si parla di parole scritte su una dispensa, di un collage di ipotesi eziologiche, segni, sintomi, evidenze anatomopatologiche e alterazioni molecolari, non ci si impressiona più di tanto, specie se si ha la fortuna di non conoscere nessuno affetto da tale patologia. Succede un po' con tutte le malattie che si studiano, del resto è così pure nella vita di tutti i giorni: finché una cosa non colpisce te o la tua sfera di affetti, ti suona come estremamente lontana. Terribile, sicuro, ma lontana. Io al momento, e spero per sempre, faccio parte della schiera dei fortunati, non conosco nessuno che soffra di Alzheimer. Ma Paco Roca è riuscito a farmi sentire come se Emilio fosse mio nonno, come se la cosa mi coinvolgesse in prima persona.

E così mi sono indignata quando ho visto i suoi familiari che lo portavano in una casa di riposo, determinati a fargli visita il meno possibile; mi sono depressa nel constatare che le giornate di quei simpatici vecchietti si riducevano a dormire e mangiare, mangiare e dormire; ho riso con Emilio e Miguel e ho cominciato a sentirmi male nel momento in cui ho visto i segni della malattia farsi sempre più evidenti.

La cover dell'edizione originale spagnola di Rughe
Nonostante sapessi quale sarebbe stato l'inevitabile epilogo, ammetto che per qualche minuto ho voluto sperare. In cosa, non so neppure io. Un miracolo, forse? Nonostante la brevità, Rughe è davvero una graphic novel che ti rapisce e ti ferisce, che ti fa pensare a quanto una malattia possa devastarti tanto la vita, a quanto possano essere preziosi non solo i ricordi di una vita ma anche solo i nomi degli oggetti che ti circondano. E Rughe parla anche di amore e amicizia, con delicatezza e garbo, e di un mondo popolato di anziani che troppo spesso tendiamo a dimenticare.
Dovremmo focalizzarci meno sulle rughe che, giorno dopo giorno, spuntano sul nostro viso: le cose importanti sono ben altre.

Non lasciatevelo sfuggire, non ve ne pentirete. 



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